
Mi sentii svenire dal piacere, finalmente il bastone di carne tanto desiderato mi era entrato nel corpo. Avrei dovuto supporlo, con un pucchiaccone come mia madre una sola scopata non era sufficiente, ecco cosa scriveva quella troia di mia madre. Si è steso su di me e mi ha baciato, un bacio lunghissimo, sensuale, carnale. Ed io ne sono felicissimo, ho sempre pensato che il vero modo di POSSEDERE una donna é quello di schiantarglielo tra le chiappe, e con te é ancora più bello perché hai un culo che é una vera calamita per il cazzo, dimmi, dopo quella prima volta, quanti altri hanno goduto in questo culone? Ha estratto la nerchia dalla mia bocca, si è posizionato tra le mie cosce e con un solo colpo me lo ha infilato nella spacca, cominciando a chiavarmi come un ossesso. Queste parole lo hanno eccitato ancor di più, allora ha cambiato ritmo, non più colpi a ripetizione sferrati come un indemoniato, ma penetrazioni cadenzate, violente, che mi squassavano il corpo. Lui si è abbattuto stremato sul mio corpo. Erano pagine infuocate in cui narrava di favolosi sessantanove, lunghi pompini con immancabile bevuta di densa sborra, chiavate nelle più svariate posizioni, da quella del missionario a quella a smorzacandela, passando per le pecorine e quelle a bordo letto con le cosce alzate durante le quali diceva che il cazzo le arrivava allo stomaco.
Quando tutto fu pronto decidemmo di abbozzare i nostri giochi. Venne il dм tanto atteso: mi misi nella mia camera seduta sopra una comoda carica davanti allo specchio per godermi lo spettacolo che, in cuor mio, speravo essere molto eccitante. Presero la avanspettacolo e, seduti sul divano, cominciarono a sfogliarla. La scena che mi si presentava davanti mi mandava il discendenza al cervello: vedere questi due adolescenti farsi una reciproca sega mi aveva fatto bagnare la fica, per cui presi a toccarmi la fregna insieme le cosce spalancate e continuai a godermi la scena. Io non stavo più nella pelle Sembrava non avessero fatto altro in vita loro: erano due troie eccitate di cazzo. Altissimo mio